Ormai si parla da molto tempo della possibilità di usufruire delle agevolazioni per il Superbonus al 110% con i conseguenti sgravi fiscali o cessione del credito e quindi della possibilità di avere un vero e proprio sconto in fattura sui lavori che verranno effettuati.
Ci sono state delle problematiche che hanno portato a dei freni importanti sul normale svolgimento di tutto l’iter burocratico per poter utilizzare tali vantaggi.
Dopo che l’agevolazione ha fatto slittare i lavori di conversione in legge del DL Aiuti bis, è stata trovata l’intesa al Senato sulla riformulazione dell’emendamento. Il testo, ha detto Federico Freni, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, «accontenterà tutti».
L’emendamento quindi raggiunge una sorta di compromesso.
Cosa cambia con il Superbonus 110%?
Viene circoscritta la responsabilità: solo chi non ha operato in modo diligente verrà sanzionato. L’obiettivo è, oltre a sbloccare i crediti, non far pagare le conseguenze della burocrazia e dei continui cambiamenti normativi a oltre 30mila aziende del settore edilizio, condomini e famiglie.
Quindi si vuole arrivare a cessione del credito con meno vincoli e sanzioni mirate per chi non rispetta le regole.
Sul superbonus 110% si è trovata l’intesa tra chi lo vuole depotenziare, provando a salvare il salvabile, e chi spinge per continuare a investire nella misura. In questo momento, però, sono migliaia le imprese edilizie che si trovano impantanate nella palude della burocrazia. Per non parlare dei lavori iniziati e interrotti, e che ora sono cantieri a cielo aperto.
La proposta del sottosegretario Freni e su cui si è trovato l’accordo al Senato è quella di sbloccare la cessione del credito facendo però più controlli, che portano a sanzioni mirate. “Non vanno penalizzate le aziende oneste”, ha dichiarato in un’intervista al Messaggero.
Dal decreto rilancio 2020 alla legge di bilancio 2022
Il decreto rilancio del 2020
Ha introdotto la possibilità di cedere le detrazioni che danno diritto al superbonus del 110% allargando questa possibilità anche:
- ai lavori di ristrutturazione edilizia (così detto Bonus casa);
- all’ecobonus;
- al sisma bonus.
Questi bonus non rientrano nel 110% di detrazione e quindi andavano a ottenere lo sconto direttamente in fattura dal fornitore oppure ricevendo il rimborso di quanto speso anche da banche o istituti finanziari.
La legge di bilancio 2022
Ha prorogato la possibilità dello sconto in fattura e della cessione del credito non solo per il superbonus 110%, ma anche per tutti gli altri bonus legati alla casa, portando al 2024 questa importantissima ulteriore agevolazione.
Tuttavia, anche per le altre detrazioni, per poter accedere alla cessione del credito o allo sconto in fattura, occorre ottenere:
- il visto di conformità da parte di un CAF o di un professionista abilitato;
- l’asseverazione di un tecnico abilitato sulla congruità delle spese sostenute nel rispetto dei costi massimi specifici per tipologia di intervento.
Agenzia delle Entrate: controlli sulla cessione del credito
A partire dallo scorso maggio 2022, l’Agenzia delle Entrate, per vigilare sulla cessione, attribuisce un codice univoco al credito d’imposta ceduto in sede di prima comunicazione della cessione cosicché da quel momento l’importo non sarà più divisibile.
Inoltre, per ridurre i tentativi di frode fiscale, una volta che la detrazione è stata ceduta una prima volta dal contribuente, può “passare di mano” di fatto solo a banche, intermediari finanziari e assicurazioni per evitare di avere crediti d’imposta utilizzati come una volta si usavano gli assegni trasferibili che a furia di passate di mano non arrivavano mai all’incasso.
Un’ultima possibilità è data alle banche che possono cedere il credito d’imposta a soggetti non persone fisiche che abbiano conti correnti aperti con esse o con la casa madre, come aziende o professionisti interessati a comprare i crediti per compensarli con le proprie imposte.
In che altri modi si può usare il Superbonus 110%?
Al posto della detrazione si può scegliere di ottenere uno sconto di pari importo in fattura applicato direttamente dal fornitore pari al massimo all’importo da pagare.
Per esempio, se si fa un intervento di ristrutturazione che costa 10.000, che dà diritto a una detrazione del 50%, verranno pagate solo 5.000 euro al fornitore.
Se la stessa spesa dà diritto alla detrazione del 110% non si pagherà nulla ma non si recupereranno i 1.000 euro di detrazione aggiuntiva che si otterrebbero indicandola nella dichiarazione dei redditi ma che verrebbe recuperata in più anni.
Il fornitore invece può utilizzare la detrazione ottenuta sotto forma di credito d’imposta ma può cederla a sua volta solo a intermediari finanziari, istituti di credito o imprese di assicurazione. In particolare, nel caso gli venga ceduto un credito d’imposta da superbonus, avrà a disposizione anche quel 10% che non ha riconosciuto come sconto in fattura.
Ad esempio, per una spesa di 10.000 euro che ha scontato totalmente ottiene un credito d’imposta di 11.000 da utilizzare in 5 anni perché la detrazione originaria prevede questo tempo di recupero della spesa.
In alternativa, si può scegliere di “trasformare” la detrazione in credito d’imposta e cederlo direttamente ad altri soggetti, che potranno utilizzarlo in compensazione delle imposte dovute con lo stesso numero di rate che prevede la detrazione originaria. In questo caso, si cede l’esatto importo della detrazione, pertanto nel caso del superbonus con detrazione al 110%, per una spesa di 10.000 euro si cede un credito di 11.000 euro.
L’opzione della cessione può essere effettuata in relazione a ciascuno stato di avanzamento dei lavori che, con riferimento agli interventi che danno diritto al Superbonus, non possono essere più di due per ciascun intervento complessivo. Il primo stato di avanzamento, inoltre, deve riferirsi ad almeno il 30% e il secondo ad almeno il 60% dell’intervento medesimo.
Cosa succede per i condomini?
Se più persone hanno diritto alla detrazione per la spesa sostenuta, possono decidere ognuna in totale autonomia sull’utilizzo della stessa. Pertanto, anche in caso di interventi condominiali, non deve esser necessariamente il condominio che opta per la cessione del credito o per lo sconto in fattura, ogni condomino può decidere per sé.
Quanto costa la cessione del credito?
La cessione del credito come lo sconto in fattura non sono mai a costo zero, ogni operatore applica una commissione più o meno elevata, quindi, è bene informarsi e fare due conti prima di accettare preventivi.
Dal primo gennaio 2020 al 31 dicembre 2024 si può cedere la propria detrazione ai fornitori dei beni o servizi necessari alla realizzazione dell’intervento, a terzi (soggetti privati come altri condomini, parenti, società, enti o professionisti) o a istituti di credito o intermediari finanziari per le seguenti spese ed interventi:
- di ristrutturazione edilizia detraibili in 10 anni;
- di riqualificazione energetica che danno diritto all’ecobonus o al sismabonus da dividere in 10 anni;
- di recupero o restauro delle facciate degli edifici (bonus facciate) da dividere in 10 anni;
- di installazione di impianti fotovoltaici;
- di recupero del patrimonio edilizio che comportino la realizzazione di box o posti auto pertinenziali;
- che danno diritto al Superbonus del 110%. In questo caso puoi cedere le spese sostenute a partire dal primo luglio 2020 e fino al 2025, cioè nel periodo di validità di questa agevolazione, se nel contesto del superbonus vengono effettuati lavori trainati anche questi usufruiscono del termine del 2025 ai fini della cessione.
Sarà possibile cedere la propria detrazione ai fornitori dei beni o servizi necessari alla realizzazione dell’intervento, a terzi (soggetti privati come altri condomini, parenti, società, enti o professionisti) o a istituti di credito o intermediari finanziari.
Quando conviene la cessione del credito?
La cessione del credito conviene quindi in diversi casi, quando ad esempio non si ha la capienza reddituale che permette la fruizione piena della detrazione Irpef per tramite della dichiarazione dei redditi rispetto alla spesa sostenuta.
Ma anche quando non si può o non si vuole spendere tutto l’importo dei lavori per gli interventi edilizi (la banca finanzia la realizzazione dei lavori ed il credito d’imposta e ne garantisce il rimborso).
Infine quando si preferisce recuperare tutto e subito senza spalmarlo in 10 quote annuali come si faceva invece con le precedenti agevolazioni fiscali.
I funzionari CREDIT LINE sono pronti a fornire una consulenza su tutto quello che è il processo in oggetto, perché ci sono soluzioni di finanziamento dei lavori con delle tipologie di mutuo ad hoc, che permettono per l’appunto di finanziare completamente tutte le spese e contestualmente di poter usufruire di tutte le agevolazione messe a disposizione.