Come comportarsi quando abbiamo difficoltà a pagare il mutuo?
La crescente tendenza a indebitarsi ha portato anche all’incremento del numero di persone che non è riuscito a restituire gli importi concessi rispettando i tempi previsti dagli accordi con il proprio istituto di credito: sono infatti ben 16 milioni gli italiani segnalati ai SIC (sistemi di informazione creditizia), ossia il registro dei cattivi pagatori.
Purtroppo non è affatto raro ritrovarsi in una situazione di difficoltà e in questi casi far fronte al pagamento delle rate in maniera puntuale può diventare una vera missione impossibile, con tutto lo stress che ne consegue.
In casi come questi, però, ci sono diverse soluzioni:
- si può ricorrere ad esempio a un prestito per consolidamento debiti, in modo da gestire meglio tutto tramite il pagamento di un’unica rata;
- Si può richiedere la sospensione del pagamento delle rate al proprio istituto di credito, che potrà concedere questa possibilità per un limite massimo di un anno. Attenzione, però, perché in caso di sospensione del debito gli interessi continueranno ad essere validi anche in questo periodo di pausa e andranno quindi pagati, al contrario di quanto accade per la quota capitale. Si tratta in ogni caso di un modo per “respirare” e avere meno pressioni, dunque comunque consigliato in caso di sovraindebitamento.
Cosa succede quando non paghiamo il mutuo?
Ecco perché chiedersi cosa succede in caso di mutuo non pagato è legittimo, così come è importante capire quali sono le conseguenze per chi lo paga in ritardo.
Naturalmente le conseguenze di un mancato pagamento sono molto differenti da quelle di un pagamento in ritardo.
Da aprile 2016 è entrato in vigore un decreto ministeriale, che obbliga la banca ad attendere 18 rate non pagate prima di procedere con il pignoramento della casa. Questo significa che per tutelare i cittadini debitori la Banca d’Italia deve avere particolari accortezze. Inoltre la banca è tenuta ad informare in anticipo il cliente del rischi che corre non pagando le rate e a mostrare al cliente il Pies (prospetto informativo europeo standardizzato). Nel caso in cui non si pagassero le ultime 18 rate del mutuo, come è previsto per legge, la banca attuerà l’esproprio della casa. L’immobile quindi verrà confiscato e poi venduto all’asta. Se invece la banca, con la vendita all’asta dell’immobile, avesse ricavi maggiori del debito del cliente, dovrà versare l’eccedenza al creditore.
In base alla nuova normativa il mutuo dopo la vendita della casa risulta estinto, anche qualora i ricavi ottenuti dalla vendita della casa risultassero inferiori ai debiti.
Le conseguenze del ritardo sono molto varie e dipendono dal motivo che è alla base del pagamento tardivo della rata del mutuo.
Se si tratta di motivi economici, ad esempio se alla data di scadenza della rata non si dispone sul conto della copertura sufficiente ad effettuare il pagamento del mutuo, è bene avvisare il prima possibile la banca. Si potranno esporre le problematiche che sono sopraggiunte e provare a chiedere una dilazione della rata o semplicemente avvertire del ritardo.
Avendo avvisato in anticipo del possibile ritardo del pagamento difficilmente la banca procederà alla segnalazione presso CRIF, tuttavia potranno aggiungersi gli interessi moratori.
Il CRIF è il gestore del principale Sistema di Informazioni Creditizie (SIC) presente in Italia, chiamato EURISC. Si tratta di un archivio informatico che contiene i dati sui finanziamenti richiesti ed erogati a privati e imprese.
Le conseguenze del mancato pagamento:
Secondo la normativa attuale, se il ritardo nel pagamento del mutuo è dovuto alla perdita del lavoro o altra causa di grave entità, si può richiedere la sospensione del mutuo o una rinegoziazione del piano di ammortamento o una surroga.
Invece se il ritardo è dovuto a un problema tecnico, non è responsabilità della banca, ma del mutuatario, il quale deve verificare ogni mese il buon fine del versamento della rata e, in caso di intoppi tecnici, comunicare il problema all’istituto il prima possibile.
Il mancato pagamento della rata del mutuo, oltre all’applicazione degli interessi di mora, può comportare altre gravi conseguenze.
Si è ritenuti morosi se si rientra in uno di questi tre casi:
- mancato pagamento una o più rate del mutuo
- ritardo di pagamento superiore a 180 giorni dalla scadenza originaria della rata
- ritardato pagamento di almeno 7 rate tra il 30° ed il 180° giorno
La banca può allora procedere alla risoluzione del contratto e, successivamente, al pignoramento dell’eventuale immobile messo a garanzia del prestito o l’escussione dell’eventuale fideiussione posta dal soggetto che ha fatto da garante e la segnalazione alla Centrale dei rischi, di solito il CRIF.
In ogni caso, il cliente ha diritto di essere avvisato dalla banca qualora una qualsiasi di queste procedure venga avviata e a questo punto è bene mettersi nelle mani di consulenti qualificati che sapranno consigliare il miglior da farsi.