Le variazioni del tasso di interesse sono fra i parametri più controllati da esperti ed analisti.
Quali sono i settori che beneficiano di un aumento del tasso di interesse e quali invece i settori che possono patire maggiormente un suo aumento?
E di conseguenza quali sono gli investimenti con le migliori prospettive future?
Questa domanda è stata di recente messa sotto i riflettori, soprattutto alla luce dei continui aggiustamenti al rialzo avvenuti fino ad oggi e previsti ancora almeno nel breve periodo, dalle principali banche centrali, una fra tutte le BCE.
La risposta è che non c’è una ricetta perfetta e in tempi di crisi le risposte non sono mai semplici. La Commissione nazionale per le società e la Borsa (Consob) ha spiegato che i mercati azionari di solito reagiscono nel breve termine anche con forti oscillazioni e che nel lungo periodo queste oscillazioni sono destinate a ridursi se le prospettive economiche delle società emittenti sono solide. Per questo bisogna ragionare con una logica sul lungo termine.
Capire come comportarsi con un tasso in crescita così spedita ti permette di giocare potenzialmente in anticipo sullo studio del mercato, in proiezione di una possibile strategia di investimento. Le considerazioni da tenere a mente sono tuttavia tante.
Ma perché i tassi di interesse sono saliti così tanto e così velocemente?
L’obiettivo di una banca centrale è quello di mantenere stabili i prezzi. L’indicatore che mostra la crescita dei prezzi è l’inflazione, o meglio l’aumento della stessa. Con un’inflazione alle stelle, gli istituti monetari devono necessariamente prendere provvedimenti.
Per fare ciò alzano i tassi di interesse, nella speranza di riportare l’inflazione su livelli accettabili, che per l’Europa sono stati dichiarati attorno al 2%. L’obiettivo è quello di rendere l’accesso al credito più costoso e i risparmi più efficientemente remunerati.
Con una domanda elevata, su beni e servizi con bassissima disponibilità, l’innalzamento dei tassi di interesse è una strategia valida per stabilizzare l’economia e per affievolire le aspettative di inflazione alte dei cittadini.
Se le aspettative delle persone, rappresentate anche da imprese e società, sono molto negative, allora i lavoratori potrebbero chiedere un aumento del salario, che si tradurrebbe in un aumento di costi per le aziende e in un parallelo aumento dei prezzi di beni e servizi.
È quindi inevitabile controllare queste aspettative agendo sui tassi. Solo quando l’inflazione si stabilizza, allora gli istituti monetari abbassano le percentuali di interesse, rendendo meno costoso il credito, in proiezione di un aumento della domanda.
Settori che beneficiano di un aumento del tasso di interesse
Compreso cos’è, ma soprattutto a cosa serva il tasso di interesse, possiamo concentrarci sui settori che possono, o meno, trarre beneficio dall’alta inflazione e quindi dall’aumento dei tassi.
Come spiegato, un loro aumento porta inevitabilmente ad un incremento del costo del denaro, e quindi ad un maggiore indebitamento pubblico.
Contrariamente da quanto si pensi, esistono in ogni caso delle opportunità che un investitore può considerare in casi simili, quali:
- obbligazioni e titoli di Stato;
- titoli azionari;
- oro e commodities;
- conto deposito.
Aumento del tasso di interesse: settori in sofferenza
Oltre ai settori che potrebbero resistere ad una condizione di aumento dei tassi, esistono settori e prodotti di investimento che patiscono una situazione di forte inflazione, rischio di recessione e variazione delle scelte delle banche centrali.
Applicando un maggior interesse alle singole banche private, ogni istituto finanziario è portato ad aumentare il costo dei propri prodotti finanziari.
Sono quindi sconsigliati tutti i servizi di indebitamento, come ad esempio:
- prestiti;
- finanziamenti a lungo termine;
- mutui.
Quanto al settore borsistico, i titoli azionari più danneggiati sono quelli legati a società fortemente indebitate con le banche. Ancora, società quotate non mature, bensì in crescita, subiscono negatività per via dei flussi di cassa proiettati nel lungo periodo.
Nel momento in cui si ha una situazione debitoria anche sana, dove sono presenti un mutuo e altri affidamenti quali finanziamenti o cessione del quinto, potrebbe essere opportuno valutare una soluzione di Mutuo di Consolidamento che interviene appunto consolidando tutte le posizioni in un’unica nuova sola rata che si deve manifestare essere più bassa rispetto a ciò che si paga al momento. Questo può accadere perché, in questa maniera si allineano tutti gli importi residui al tasso del nuovo mutuo di consolidamento ed il periodo di rimborso di tutte le posizioni si spalma su una tempistica più dilatata. Tutto questo ci concede appunto di avere un importo rata molte volte sensibilmente più basso.
I consulenti CREDIT LINE operano quotidianamente in questo senso e conoscendo perfettamente prodotti e mercato, sono a disposizione per una prima consulenza in modo da capire quale sia la strategia migliore per raggiungere l’obiettivo.
Ci sono quindi degli investimenti che possono essere fatti anche in questo periodo turbolento e di inflazione?
La risposta è sì. Un modo per combattere l’inflazione è investire in ampi prodotti di base, è possibile quindi individuare una serie di investimenti consigliati in tempi di inflazione e con i tassi in rialzo.
In primo luogo, gli investimenti che offrono un rendimento fisso possono essere una buona opzione, in quanto non perdono valore con l’aumento del costo della vita.
In secondo luogo, gli immobili possono essere un buon investimento come copertura dall’inflazione, poiché i valori degli immobili di solito aumentano insieme all’inflazione.
Infine, anche le materie prime possono dare buoni risultati in periodi di inflazione elevata, poiché i prezzi di questi beni tendono a salire insieme al costo della vita.
Comprendendo come i diversi tipi di investimento rispondono all’inflazione, gli investitori possono fare scelte intelligenti anche in periodi di turbolenza economica.
In tempi di alta inflazione, può essere difficile sapere cosa fare del proprio denaro.
Gli investitori vorrebbero essere sicuri che i propri risparmi siano ben protetti, ma non vogliono nemmeno perdere potenziali opportunità di investimento.
Ecco alcune strategie che potrebbero essere valutate per superare queste sfide:
- Cercare investimenti a lungo termine: quando l’inflazione è alta, gli investimenti a breve termine possono essere molto rischiosi. È bene cercare, invece, opportunità che siano redditizie anche a distanza di anni. Ad esempio, immobili o obbligazioni a lungo termine.
- Diversificare il portafoglio: non mettere tutte le uova in un solo paniere. Piuttosto, distribuire il denaro su diversi tipi di investimenti. In questo modo si riduce il rischio che un singolo investimento subisca un grosso colpo durante un periodo di inflazione elevata.
- Collaborare con un consulente preparato: cercare di orientarsi da soli nel mondo degli investimenti può essere scoraggiante, soprattutto in tempi di incertezza economica. La collaborazione con un professionista in grado di offrire indicazioni e consigli può essere preziosa.
I beni rifugio
Una valida alternativa per proteggere i propri risparmi dall’inflazione è investire in beni rifugio. I beni rifugio sono relativamente immuni alle pressioni inflazionistiche.
I due beni rifugio più popolari sono l’oro e l’argento.
L’oro è spesso considerato il bene rifugio per eccellenza, poiché il suo valore è rimasto stabile per lunghi periodi di tempo. Anche l’argento è una scelta popolare, poiché è meno costoso dell’oro e offre comunque un buon livello di protezione contro l’inflazione.
Nella scelta dei beni rifugio è importante considerare gli obiettivi personali e la propria tolleranza al rischio. Ad esempio, se ci si trova in pensione con la possibilità di fare affidamento solo sui propri risparmi per il reddito, sarebbe saggio voler allocare una quota maggiore del proprio portafoglio in beni rifugio.
D’altro canto, con un orizzonte temporale più lungo e la possibilità di voler assumere un rischio maggiore, si potrebbe voler investire solo una piccola parte del proprio portafoglio in beni rifugio.
Ad ogni modo, indipendentemente dalle singole situazioni, investire in beni rifugio può aiutare a proteggere i sudati risparmi dalle conseguenze di un’inflazione elevata.
Qualunque sia la strada che si decida di percorrere, è bene ricordare che la diversificazione è fondamentale: distribuire il denaro tra diversi tipi di attività aiuterà l’investire a ridurre al minimo il rischio. In conclusione, proteggere il proprio portafoglio dall’inflazione richiede diligenza e lungimiranza, ma è sicuramente possibile.