La sospensione del mutuo è davvero la soluzione migliore?
È passato solo un mese da quando il primo contagio si è diffuso sul nostro territorio, e da allora numerosi decreti sono stati emanati per cercare di tamponare una situazione che vede la nostra economia come su un piano inclinato.
Uno di questi è il decreto Cura Italia, che prevede la possibilità di sospendere il mutuo. Questa soluzione rappresenta sicuramente una valida opportunità per le famiglie in difficoltà, ma può presentare alcune conseguenze non note di cui va tenuto conto.
Il Decreto Cura Italia rende attuativa la norma prevista dal Fondo Gasparrini, introdotto dalla Legge di Bilancio 2008 che prevedeva la possibilità di richiedere la sospensione delle rate del mutuo per un periodo massimo di 18 mesi, con la conseguente proroga della scadenza finale. Il Cura Italia ha – come primo effetto – portato all’ampliamento della platea degli eventuali beneficiari. Sono infatti ammessi a tale sospensione sia i lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro o hanno visto ridurre le loro ore di lavoro, sia i lavoratori autonomi che autocertifichino un calo del fatturato pari almeno al 33% successivamente al 21 febbraio 2020.
Tra le altre discriminanti vi è il fatto che l’immobile debba essere abitazione principale non di lusso, e che l’importo erogato non debba esser superiore ai 250.000 euro.
Cosa bisogna fare per richiedere la sospensione del mutuo?
Per accedere a tale Fondo, il Consumatore dovrà presentare richiesta alla propria banca, utilizzando un modulo scaricabile dal sito Consap, la Concessionaria Pubblica che gestisce tali richieste indicando le motivazioni e il periodo di tempo per il quale si richiede tale sospensione.
Una volta approvata la richiesta, il Fondo provvederà al pagamento della quota interessi del mutuo nel limite del 50% di questi ultimi.
Ed è proprio da questo ultimo concetto che dobbiamo cominciare per valutare le conseguenze e le alternative.
Quali sono le conseguenze e i problemi della richiesta di sospensione?
La prima conseguenza è che la restante parte della quota interessi, quella non pagata dal Fondo, rimarrà a carico del mutuatario.
Ciò significa che il mutuatario, al termine del periodo di sospensione, dovrà rimborsare rate più alte rispetto al precedente periodo, perché costituite oltre che dalla quota capitale e dalla quota interessi previsti contrattualmente, anche dalla quota interessi precedentemente sospesa.
Ma la conseguenza che più potrebbe incidere consiste nel fatto che una sospensione può precludere l’opportunità – anche una volta ripreso il regolare ammortamento – di surrogare il mutuo, in un periodo in cui i tassi sono decisamente vantaggiosi e la surroga costituisce una concreta opportunità di modifica delle condizioni contrattuali precedentemente sottoscritte. In passato infatti, molti istituti hanno negato le richieste a mutuatari che avevano precedentemente fatto ricorso alla Sospensione del Mutuo.
Quali sono le alternative valide alla sospensione del mutuo?
La risposta non può prescindere dalla reale situazione del singolo nucleo familiare. Certo è che prima di valutare in maniera definitiva il ricorso al Fondo di solidarietà per la sospensione delle rate, bisogna correttamente vagliare le alternative ad esso, specie in un periodo di tassi così bassi.
- SURROGA DEL MUTUO: a seguito del crollo dei tassi fissi, oggi surrogare il mutuo rappresenta la prima importante opportunità a nostra disposizione per poter migliorare le condizioni precedentemente contrattualizzate. Basta guardare l’andamento storico dell’ Irs (parametro di riferimento su cui si basa il tasso fisso di un mutuo) per rendersi conto di come in questo momento una surroga possa garantire una netta diminuzione della rata di mutuo. La surroga prevede sia la possibilità di ottenere nuove condizioni sul proprio debito residuo, sia di modificare la durata del rimborso. Si può scegliere un allungamento del periodo, con conseguente diminuzione della rata pagata, oppure si può valutare di mantenere la stessa rata, accorciando però il periodo di rimborso, generando pertanto un netto risparmio nel corso del tempo.
- RIFINANZIAMENTO DEL MUTUO: con questa opzione, il mutuatario ha l’opportunità di sostituire il precedente mutuo aggiungendo della liquidità. Il miglioramento dei tassi di interesse, insieme alla possibilità di allungare il periodo di rimborso, portano ad una diminuzione della rata pagata, a fronte di una liquidità aggiuntiva utile per le proprie necessità.
- CONSOLIDAMENTO DEI DEBITI: questa importante soluzione è ancora più strategica in questo periodo storico. Attraverso il consolidamento debiti è possibile ottenere un mutuo che vada a estinguere tutte le esposizioni pregresse (mutui, cessioni del quinto, prestiti ecc..) ottenendo anche della liquidità aggiuntiva. La possibilità di “sostituire” il tasso del finanziamento con quello del mutuo – passando mediamente da un tasso che oscilla tra il 6% e il 10% ad uno intorno al 2% – insieme alla possibilità di allungare il periodo di rimborso, generano una rata unica nettamente inferiore rispetto alla somma delle precedenti rate, “liberando” così mensilmente una quota importante di liquidità che rimarrà a disposizione del mutuatario, il quale potrà riorganizzare meglio il proprio bilancio familiare.
In sintesi, il consiglio è quello di valutare con attenzione la propria reale situazione di “necessità” per poter scegliere con consapevolezza, beneficiando delle opportunità che questo difficile periodo riserva.